barone rosso
06-02-2016, 08:05
C’era una volta, nella ubertosa terra di Baviera, una giovane principessa della nobile casata dell’Elica. Era la più piccolina della famiglia, una e21 315, ma racchiudeva in sé tutto il dna delle sorelle maggiori che infatti la guardavano con simpatia, ricambiate da sguardi di ammirazione.
Come tutte le sue amiche era ansiosa di lasciare la casa natale e di donarsi al mondo, attendendo con ansia di conoscere la sua destinazione. Finalmente arrivò la bisarca nutrice con un cartello bene in vista sulla fiancata: Italien ! Italia, la terra del sole e dell’amore, al di là delle alte montagne, la meta che da sempre sognava !
Nella laboriosa Lombardia un nobile signore la stava aspettando, affascinato dalle sue morbide linee e dal suo cuore generoso. Nella nuova casa la piccolina si trovò subito bene, coccolata e amata da tutta la famiglia e in particolar modo dal giovane MachAthos, innamoratosi di lei a prima vista. La bavarese ricambiò con slancio e con passione, sempre pronta alla partenza, sia d’estate che d’inverno, comoda e silenziosa nei brevi come nei lunghi viaggi, calda ed accogliente.
Ma fosche nubi si addensavano all’orizzonte e venne il giorno, triste ma ineluttabile, in cui una nuova auto prese il suo posto. La poverina, nonostante si sentisse ancora in piena forma, preferì allora ritirarsi in una grande rimessa di clausura, confusa tra cento altre auto, in cerca di oblio. Gli anni passavano e la polvere ricoprì le carrozzerie, rendendo irriconoscibili le livree e i marchi, mentre la nostra eroina si era ormai rassegnata al suo destino.
Ma il giovane MachAthos, cresciuto e diventato un prestante moschettiere al servizio della regina del Doppio Rene, non aveva dimenticato il suo amore giovanile e decise di riportarla a nuova vita. Andò allora a trovarla nel suo eremo e le tolse il velo che la ricopriva …..poverina ! Gli anni avevano lasciato il segno ! Era necessario intervenire subito e non sarebbe bastato un bacio per rianimarla (queste cose accadono solo nelle favole…). Pur essendo egli stesso assai valente, MachAthos chiese consiglio e aiuto al gran capo dei moschettieri, il possente e onnipresente BatPorthos che all’istante lasciò il suo maniero nelle montagne del Trentino e in compagnia del fido e capace DemaD’Artagnan scese a valle, attrezzato di tutto punto, per il salvataggio della damigella.
Raggiunto il capezzale della 315 i nostri eroi cominciarono ad operare, con abilità e conoscenza, sostituendo fluidi e cambiando pompe, aggiustando di qua e controllando di là fino al momento topico in cui, inserita nel cruscotto la chiave di accensione, il motore, pur con qualche borbottio iniziale, iniziò a cantare con voce squillante, i fluidi irrorarono tutti i condotti e la bella addormentata rivide la luce e tornò a mordere l’asfalto.
Una gioia per gli occhi e le orecchie, un incedere sicuro, una silenziosità di marcia degna di blasonate berline. Si illuminarono gli occhi a MachAthos quando il contachilometri, dopo opportuno riscaldamento, si posizionò sui 160 km. ora. La principessa era ritornata. Missione compiuta !
Si poneva ora un problema: quale magione sarebbe stata degna di accoglierla ? Il sensibile MachAthos non voleva che il suo primo amore dovesse condividere con altre e più prestanti damigelle i suoi favori. Ne avrebbe troppo sofferto e non se la sentiva di farle questo.
Il sanguigno BatPorthos aveva anche troppe concubine nel suo harem e l’avrebbe troppo trascurata.
Ci voleva un signore posato, senza troppi grilli per la testa, di assoluta serietà e di nobili sentimenti che potesse offrire alla ormai non più giovanissima 315 quella quiete e quelle attenzioni che meritava. Chi meglio del Barone Aramis ? Ritiratosi in pensione dopo essere stato anche lui moschettiere della regina del Doppio Rene, trascorreva giorni sereni nelle accoglienti terre dell’Est e da sempre desiderava una dama di compagnia per la sua fedele e30, che soffriva un poco di solitudine. Chiestole e ottenutone il permesso, aprì le porte del cuore alla nuova bavarese, come a una figlia ritrovata, un sogno rincorso, un desiderio che si avvera, ansioso di poterla abbracciare e condurre nella sua nuova dimora.
Un breve periodo di ossigenazione nella vallata dell’Adige e la piccola e21 si sarebbe trasferita nella grande casa di campagna. Un’attesa dolce e spasmodica nello stesso tempo, con il pensiero rivolto ai compagni moschettieri e l’animo ricolmo di felicità e gratitudine. Uno per tutti e tutti per uno era ed è il loro motto e anche questa volta l’amicizia e la passione comune hanno fatto il miracolo di riportare in vita una principessa che si credeva perduta per sempre.
Lunga vita ai bimmers moschettieri e al Byci.
Fine della favola….o forse è realtà ?
Come tutte le sue amiche era ansiosa di lasciare la casa natale e di donarsi al mondo, attendendo con ansia di conoscere la sua destinazione. Finalmente arrivò la bisarca nutrice con un cartello bene in vista sulla fiancata: Italien ! Italia, la terra del sole e dell’amore, al di là delle alte montagne, la meta che da sempre sognava !
Nella laboriosa Lombardia un nobile signore la stava aspettando, affascinato dalle sue morbide linee e dal suo cuore generoso. Nella nuova casa la piccolina si trovò subito bene, coccolata e amata da tutta la famiglia e in particolar modo dal giovane MachAthos, innamoratosi di lei a prima vista. La bavarese ricambiò con slancio e con passione, sempre pronta alla partenza, sia d’estate che d’inverno, comoda e silenziosa nei brevi come nei lunghi viaggi, calda ed accogliente.
Ma fosche nubi si addensavano all’orizzonte e venne il giorno, triste ma ineluttabile, in cui una nuova auto prese il suo posto. La poverina, nonostante si sentisse ancora in piena forma, preferì allora ritirarsi in una grande rimessa di clausura, confusa tra cento altre auto, in cerca di oblio. Gli anni passavano e la polvere ricoprì le carrozzerie, rendendo irriconoscibili le livree e i marchi, mentre la nostra eroina si era ormai rassegnata al suo destino.
Ma il giovane MachAthos, cresciuto e diventato un prestante moschettiere al servizio della regina del Doppio Rene, non aveva dimenticato il suo amore giovanile e decise di riportarla a nuova vita. Andò allora a trovarla nel suo eremo e le tolse il velo che la ricopriva …..poverina ! Gli anni avevano lasciato il segno ! Era necessario intervenire subito e non sarebbe bastato un bacio per rianimarla (queste cose accadono solo nelle favole…). Pur essendo egli stesso assai valente, MachAthos chiese consiglio e aiuto al gran capo dei moschettieri, il possente e onnipresente BatPorthos che all’istante lasciò il suo maniero nelle montagne del Trentino e in compagnia del fido e capace DemaD’Artagnan scese a valle, attrezzato di tutto punto, per il salvataggio della damigella.
Raggiunto il capezzale della 315 i nostri eroi cominciarono ad operare, con abilità e conoscenza, sostituendo fluidi e cambiando pompe, aggiustando di qua e controllando di là fino al momento topico in cui, inserita nel cruscotto la chiave di accensione, il motore, pur con qualche borbottio iniziale, iniziò a cantare con voce squillante, i fluidi irrorarono tutti i condotti e la bella addormentata rivide la luce e tornò a mordere l’asfalto.
Una gioia per gli occhi e le orecchie, un incedere sicuro, una silenziosità di marcia degna di blasonate berline. Si illuminarono gli occhi a MachAthos quando il contachilometri, dopo opportuno riscaldamento, si posizionò sui 160 km. ora. La principessa era ritornata. Missione compiuta !
Si poneva ora un problema: quale magione sarebbe stata degna di accoglierla ? Il sensibile MachAthos non voleva che il suo primo amore dovesse condividere con altre e più prestanti damigelle i suoi favori. Ne avrebbe troppo sofferto e non se la sentiva di farle questo.
Il sanguigno BatPorthos aveva anche troppe concubine nel suo harem e l’avrebbe troppo trascurata.
Ci voleva un signore posato, senza troppi grilli per la testa, di assoluta serietà e di nobili sentimenti che potesse offrire alla ormai non più giovanissima 315 quella quiete e quelle attenzioni che meritava. Chi meglio del Barone Aramis ? Ritiratosi in pensione dopo essere stato anche lui moschettiere della regina del Doppio Rene, trascorreva giorni sereni nelle accoglienti terre dell’Est e da sempre desiderava una dama di compagnia per la sua fedele e30, che soffriva un poco di solitudine. Chiestole e ottenutone il permesso, aprì le porte del cuore alla nuova bavarese, come a una figlia ritrovata, un sogno rincorso, un desiderio che si avvera, ansioso di poterla abbracciare e condurre nella sua nuova dimora.
Un breve periodo di ossigenazione nella vallata dell’Adige e la piccola e21 si sarebbe trasferita nella grande casa di campagna. Un’attesa dolce e spasmodica nello stesso tempo, con il pensiero rivolto ai compagni moschettieri e l’animo ricolmo di felicità e gratitudine. Uno per tutti e tutti per uno era ed è il loro motto e anche questa volta l’amicizia e la passione comune hanno fatto il miracolo di riportare in vita una principessa che si credeva perduta per sempre.
Lunga vita ai bimmers moschettieri e al Byci.
Fine della favola….o forse è realtà ?