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Visualizza Versione Completa : un nostro amico del forum, pilota...Maurizio



-mauri-
28-10-2010, 14:26
E se facessimo un confronto su chi si è affacciato alle corse nel 1970 e chi nel 2000, passando per la stessa entrata?
:o

Cristian72
28-10-2010, 15:06
Mauri io te lo volevo già chiedere di scrivere anche la tua storia,così per fare un confronto delle diverse epoche,ma mi sembrava di essere troppo "suocera".....ma visto che ti sei offerto da solo allora vai di penna:D

batmobile
28-10-2010, 15:28
E se facessimo un confronto su chi si è affacciato alle corse nel 1970 e chi nel 2000, passando per la stessa entrata?
:o
sì, sarei molto curioso:)

Slingshot
28-10-2010, 15:34
Mauri io te lo volevo già chiedere di scrivere anche la tua storia,così per fare un confronto delle diverse epoche,ma mi sembrava di essere troppo "suocera".....ma visto che ti sei offerto da solo allora vai di penna:D


sì, sarei molto curioso:)

Anch'io avevo pensato a te, ma non avendo confidenza non ho detto nulla.... mi piacerebbe leggere anche la tua storia! :ok:

pizzodrift
28-10-2010, 15:44
E se facessimo un confronto su chi si è affacciato alle corse nel 1970 e chi nel 2000, passando per la stessa entrata?
:o


Vai Mauri,racconta anche tu la tua esperienza :ok:

sankunen
28-10-2010, 16:10
ottima idea Mauri!
e già che ci siamo anche Duke potrebbe raccontarci la sua storia...;)

MrAsp
28-10-2010, 19:57
E se facessimo un confronto su chi si è affacciato alle corse nel 1970 e chi nel 2000, passando per la stessa entrata?
:o


Lo sai vero che adesso tocca anche a te scrivere, vero?:D:D

Vai mauri, vai!!:ok:

-mauri-
29-10-2010, 14:46
Ci provo, finchè si tratta di scrivere penso proprio che invece "prenderò dei secondi".
;)

Capitolo 1
La Preistoria.
La passione per le auto è sempre stata insita nel mio DNA, ancora prima di nascere avevo in cameretta una Ferrari, marca dell automodello sconosciuta, scala piuttosto grossa, tipo 1/18, penso fosse un 208 o 328, una roba simile, regalo di mia nonna materna, che poi diventerà una delle mie piu grandi e apprezzate fan, ma questa è un altra storia.
Nacqui, nel Maggio del 1983, e fui leggermente, subdolamente traviato da mio padre, appassionato di vecchia data, ormai non piu credente ne praticante per noia, ma sicuramente con ancora il DNA malato. Vent'anni da magazziniere in un magazzino ricambi farebbero venire a noia le auto a chiunque penso, o magari no.
Gli anni passarono, la montagna di automobiline di ogni tipo e misura in camera aumentavano, le Majorette, Maisto, Hotweels nelle scale piu piccole, quelle "da lancio", le BBurago in 1/43, 1/24 e 1/28 sulle mensole, divise per scala e marca, le Micro Machines... e chi piu ne ha piu ne metta, ne avevo bidoni pieni; la conoscenza del parco auto circolante (annio 90... bei tempi!), i disegni di auto di mia pura invenzione, ritratte precisamente da di fianco per evitare le noie del disegnare in prospettiva e , le idee e le informazioni rubate dalla gradevole stampa specializzata di quegli anni votati particolarmente alla performance andavano di pari passo, ogni cosa che facevo o guardavo in TV era in un modo o nell'altro collegata alle auto, un pò come adesso praticamente.
Venne il periodo delle Biciclette, il guidare un veicolo non a motore ma piu veloce di andare a piedi, impararne le reazioni, imparare che l'asfalto fa aderenza (e se cadi gratta) la terra fa un altra aderenza, l'erba fa molto meno aderenza e molto meno male se casi, ma poi diventa fango e ci vengono i canali, che possono far deviare l'anteriore o il posteriore, il sovrasterzo, di "gas" e di freno, il sottosterzo (terrificante con la bici...) i salti... i cannotti di sterzo che si rompono, i cerchi che si piegano, le gomme che si spiattellano a fare le "sgommate" su asfalto, e fu da li scoprii il mondo dei ricambi, delle modifiche e dell'aftermarket... ricordo Fava, il concessionario Bianchi di zona, quando mi vedeva entrare con mio nonno paterno, le volte che tornava dall' Africa dove lavorava, gli si illuminavano gli occhi, potevamo essere li solo per due motivi, o mio nonno voleva cambiare scooter, o a me serviva una bici nuova, o un grosso intervento di manutenzione. Non ero un ragazzino particolarmente socievole ne sportivo, non amavo giocare a pallone per colpa di un problema ai pollici dei piedi (unghie incarnite congenite, poi risolto), non disdegnavo la pallavolo, ma ci giocavano solo "le femmine" e non ero ancora in un età valida per sentire il bisogno di giocare con loro usandolo come scusa per importunarle, ma in questo modo avevo un sacco di tempo per giocare con le automobiline, guardare telefilm interessanti come Hazzard (penso che la mia passione per il sovrasterzo venga proprio da li) e per mettermi davanti alla TV alla sera per guardare videocassette di rally con mio padre, assillandolo di domande del tipo "papà perchè quella macchina va via di traverso?" - "perchè è a trazione posteriore, il motore spinge le ruote di dietro" - "e perchè quell'altra macchina va di traverso prima della curva?" - "perchè quella curva li è un tornante, non andasse di traverso perderebbe piu tempo" - "e perchè quella macchina li è di traverso prima e dopo la curva?" - "e perchè quella macchina li blocca le ruote?" immaginatevi la pazienza poveraccio... fatto sta che intorno ai 6/7 anni sapevo cosa voleva dire trazione posterioe, trazione anteriore, trazione integrale (è stato un casino spiegarmene il comportamento), sovrasterzo e sottosterzo, di gas o di freno (il concetto di "percorrenza di curva" e traferimento di carico ancora non cel'avevo...) ma purtroppo non avevo nessuno della mia età con cui condividere queste cose, il chè mi rendeva un pò triste.
Arrivarono i 10 anni, piegai non so quante biciclette nel frattempo fra cadute e tentativi di modifica, e una domenica in campagna nel podere di mio bisnonno, dove mio nonno materno mi accompagnava per scorrazzare in bici, che ovviamente buttavamo sempre nel baule della sua Opel Rekord Kombi 2.3 D aspirata (ne ha avute 3, 1 arancione e 2 bianche, 2 aspirate e una Turbocompressa, ne adoravo la linea da auto Americana, e la gobba sul cofano, oltre al fatto che nel tragitto mi faceva cambiare marcia, con la sinistra, mentre lui guidava) mentre lui lavorava su vigna, orto, somarello, galline e quant'altro, io giravo in bici o giocavo con il Pastore Tedesco del podere, quando una domenica ci incontrammo con mio cugino, di 3 anni piu grande.
Con suo padre tirò fuori dalla ex-porcilaia un Piaggio Bravo, che un tempo fu di mio zio, rosso, con adesivi inequivocabilmente anni 80, Bob Marley, una bandiera americana e altre amenità, con i cerchi a raggi, senza fanale e con la sella lunga "da penna".
Lo avviarono, mio cugino incominciò a fare pratica, io a seguirlo in bici.
Ma che fatica! Dopo un paio di domeniche di questo passo, mio nonno mi vedeva un pò in difficoltà, vedeva che avrei voltuo chiedere qualcosa anche io, ma non sono mai stato bravo a chiedre, ho sempre preferito "fare" o "guadagnarmi".
Nello stesso porcilaio, avevo notato un altra motoretta, ben piu anziana e meno attraente del Bravo, ma che poi scoprii tecnicamente molto piu interessante.
Era un Beta 50 3 marce degli anni 50 o 60, rosso scuro cotto dal sole e sbiadito, tendente al ruggine e metallo vivo, con cambio al polso come la vespa, telaio scatolato penso pressofuso, molto sottile e (scoprii poi) delicato, pedali come il Bravo.
Era una combinazione piuttosto insolita, stile anni 50, pedali, cambio... ma fu il "mio" primo mezzo a motore.
Scorrazzammo per tutta un estate, io con sto "motino" della Beta, che andava motoristicamente decisamente piu forte, e mio cugino con il Bravo, qualche caduta, nulla di serio, il mio motino andava piu forte ma mio cugino era piu scapestrato e si buttava piu forte in curva, forte anche del fatto di non dover gestire le marce, che possono mandare in sovrasterzo... sottosterzo... e casini vari.
Ripensandoci adesso probabilmente sono state le mie prime competizioni "sportive".
Passarono gli anni, mio cugino arrivò a 14 anni, ebbe in regalo dal padre un Malaguti Phantom, rosso, la prima serie raffreddata ad aria, e io persi il mio compagno di giochi.
Rimediai immediatamente chiedendo il permesso ai miei e portandomi dietro il mio amico fidato, Ivan, compagno di scorribande in bici per Modena, compagno di cadute e di cerotti, graze, di gare in bici, di "corna" delle biciclette grattate sull asfalto, di fughe abusive dai genitori fino a Cognento alla vicina pista da cross e compagno di ritorni con una bici sola... perchè l'altra s'era in qualche modo disintegrata, nonchè compagno di banco.
Ricominciarono le gare, durarono un altra estate, io compii 12 anni e una domenica, piuttosto calda, sarà stata giugno o luglio, parlando con Ivan non mi accorsi di una grossa zolla di terra in mezzo alla carreggiata.
Ma intendo grossa, l'apice arrivava al fanale del mio beta, ma la mattina non era li, stavamo parlando fra di noi, la scena vista da Ivan deve essere stata piuttostro ridicola.
Praticamente io sparii dalla visuale, il Beta rimase piantato nella zolla e io feci un carpiato in avanti.
Il beta era accartocciato dopo il cannotto di sterzo, il serbatoio era saltato, io strappai un paio di pantaloni, ebbi un grosso livido nella coscia per un pò ma nulla piu.
Corse finite.
Non vi ho mai ancora accennato che nel podere di mio bisnonno c'erano delle auto e trattori appoggiati qua e la.
Ovviamente queste destavano la mia attenzione, in alcune mi ero già seduto, girato il volante, osservate attentamente sotto la scocca e dentro al cofano, per vedere dove fossero motore, trazione, se fosse longitudinale o trasversale.
C'era un trattorino 50cc con motore vespa, avviamento a manovella, ma era di uso esclusivo di mio cugino, lo usai giusto un paio di volte senza poterne capire il comportamento.
I trattori veri e propri non mi piacevano piu di tanto, li vedevo molto lenti e pericolosi, non ho mai voluto usarne uno da solo fino alla maggior età.
C'erano una 500 color mattone dentro al fienile, che studiai attentamente in ogni dove, una Opel Rekord (la seconda, bianca) che dopo aver tamponato un camion mio nonno cambiò nel frattempo con una Turbodiesel, identica, con paraurti e copricerchi diversi, che pian piano fu sistemata con pezzi di recupero e con le catene montate dietro e un bel gancio traino artigianale diventò un alternativa al trattore nelle giornate piovose. C'era una Topolino Belvedere ridotta a un ammasso di ruggine, che faceva da via di fuga alla curva "della botte", c'era una Renault 8 automatica, con il cambio a bottoni sulla consolle, che fu di mio bisnonno (aveva una gamba malridotta dalla 2° guerra mondiale) con livrea "Gordini" e uno numero 9 sulla fiancata, scoprii poi fatto da mio zio, il fratello di mia madre, nella sua "infanzia motoristica", e c'era una Opel Kadett 1000 city, in una zona piena di rovi ed erba alta, che non riuscii mai a studiare.
Proprio su questa, ovviamente, cadde la mia attenzione.
Mi tagliai e graffiai le gambe come un animale in fuga, per arrivare alla portiera e scoprire che era chiusa.
Già a 12 anni incominciai ad adorare e invocare il Dio Anubi. Ripetutamente quel giorno.
Non sapevo ancora se era un trazione anteriore, posteriore, come era dentro, se arrivavo ai pedali ma quell'auto mi interessava tantissimo, era la mia chimera, la disegnavo a scuola, riconoscevo la versione GTE con la coda nei video di rally, ma non potevo sapere se la versione "povera" aveva qualcosa a che vedere con quella vista in TV, in fondo anche le Peugeot 205 nei video di Rally "sgommavano" e andavano fortissimo, mentre le 1100 stradali, mi disse mio padre, erano trazione anteriore e dei cessi abominevoli da usare e riparare.
Una domenica di autunno arrivammo all solito podere, mio nonno non mi disse niente, andò in casa, chiese a mia nonna "Vè, l'et pò truveè cal maz ed cievi?" * , e se ne uscì verso la campagna.
Io girai un pò con il Bravo... ma faceva freddino, mi annoiavo onestamente.
Mio nonno mi chiamò, aveva agganciato il kadett a un trattore Fiat, e tirata fuori dai rovi.
Mi sentii come fosse la mattina di natale, ma mancavano ancora 3 mesi.
Tirò fuori dalla Rekord una batteria e una tanica di benza, alle quali io non avevo nemmeno fatto caso, ma che mi fu poi detto gli furono date da mio padre, quella mattina.
Montammo la batteria, mettemmo benzina, il Kadett non partiva.
La batteria nuova accendeva il quadro ma non faceva girare il motore, agganciammo il kadett al trattore, mio nonno, sapendo che non mi piaceva usare il trattore mi disse, "te sta in dla machna, met la scanda, mola la frizion e sta prount a ferner" * io avevo guidacchiato la macchina di mia madre un paio di volte, sotto occhio vigile, nel cortile del podere, ai 10 all'ora, non mi sentivo pronto (ero piuttosto timido e timoroso a quell'età) ma non avevo alternative, mio nonno mi fece un breve briefing sul fatto di spingere la frizione per fermarmi, ma erano già tutte cose che mi aveva spiegato mentre guidava la sua Rekord, e io cambiavo marcia.
Il trattore partì, ricordo che la sensazione di muovermi e venire sballottato li per li non mi piacque, e la botta che diede il trattore quando la catena andò in tiro mi fece temere per l'integrità della macchina... la MIA PRIMA macchina! Ricordo che mollai la frizione, la Kadett bloccò le ruote dietro.
DIETRO.
Era a trazione posteriore, riprovai a mollare la frizione per essere sicuro, il posteriore si muoveva come le auto da rally prima delle curve, non potevo sbagliarmi.
Mi misi a saltare e urlare dentro alla Kadett come se stessi ascoltando musica Heavy Metal... ma la Kadett non aveva lo stereo!
Era semplicemente il giorno piu bello della mia vita fino a quel giorno, e la macchina non era ancora partita.
Ci fermammo, mio nonno non disse niente, aprì il cofano, lo richiuse, trainammo la Kadett fino al garage, prendemmo svitol e una chiave che poi scoprii serviva per smontare le candele, gonfiammo le ruote, incredibilmente tenevano la pressione tutte e 4.
Buttammo Svitol nelle 4 camere di scoppio, la trainammo senza candele, dopo un paio di tentativi le ruote incominciavano a girare anche con la seconda inserita, rimettemmo le candele, facemmo avviamento con la chiave, la Kadett bofonchiò, partì a 1, a 2, poi a 3 cilindri, dopo un pò di sgassate e di fumo bianco anche il 4 si unì al coro.
Non sono mai stato un ragazzino molto espansivo, ma quel giorno ridevo e saltavo come i bambocci che si vedono nei telefilm americani, o quello del cioccolato Kinder.
Ancora non lo sapevo, ma quello fu il giorno che cambiò la mia vita, ormai il danno era fatto.
:D


Alla prossima pausa pranzo!
:ok:
Mettemmo le candele

-mauri-
29-10-2010, 14:49
Da dove è sbucato quel "mettemmo le candele" sotto?
:eek:
Me lo sarò perso per strada.

Dimenticavo le traduzioni:

* "Ciao, ascolta, lo hai trovato quel mazzo di chiavi?"
* "Tu stai in macchina, metti la seconda, molla la frizione e stai pronto a frenare"

;)

batmobile
29-10-2010, 15:01
bellissimo il nonno tutor:ok::ok:

ozeanblau054
29-10-2010, 15:46
si e' saputo chi e' quel pilota?:)

sankunen
29-10-2010, 15:50
ahhhhh questo 3D diventa sempre più interessante!!! Grande mauri:ok::ok:

pizzodrift
29-10-2010, 17:09
Bellissimo il briefing in dialetto :D

Io invece la prima cosa che ho guidato è stato...il Daily di mio padre nel cortile del capannone,mi mettevo in retro attaccato alla siepe in fondo e cercavo di partirepiù forte che riuscivo per fare sgommare le ruote gemellate sulla terra :ahah:

-mauri-
29-10-2010, 18:42
Episodio 2
Il Kadett

La Opel Kadett City 1000 era partita, in quel primo giorno mi limitai a fare qualche giro intorno alla vigna, l'erba era secca e a tratti mancava, la trazione non era male.
Incominciai a disegnare un circuito ovale che girava in senso antiorario, incominciai a provare un pò a metterla in crisi, sottosterzo frenando troppo, sovrasterzo solo proprio se si esagerava con in gas... la prima entrava a fatica, ancora non facevo la doppietta, il freno a mano non tirava.
Inziai a cercare di individuare un circuito interessante, la vigna era piuttosto stretta ma alcuni filari erano piu larghi, in alcuni punti la vigna mancava di qualche pianta, e mi dava modo di avere una curva piu veloce, da seconda "piena", inoltre c'era la zona dove si bruciavano le sterpaglie, che diventò la mia zona preferita per tentare i primi pendoli e traversi ben riusciti, che non tardarono piu di tanto a venire.
Già la seconda volta che andai mi portai una tanica da 20lt di benzina, avviai con piglio deciso la macchina, controllai che le 4 gomme fossero ancora gonfie e mi avviai verso la vigna.
Incominciai per gradi, l'erba era un pò umida e l'auto slittaa in prima, in seconda, in terza no.
Slittava solo la ruota interna, solo esagerando molto la si riusciva a metter di traverso come si deve, ancora ignoravo come funzionasse un differenziale autobloccante.
Non avevo una minima idea della tecnica, potevo solo copiare dai video dei cameracar di Rally, il pendolo era tuttosommato facile, un pò meno facile correggerla in modo preciso con il volantone gigante e senza servosterzo, usavo la mano destra come si usava sui muletti, infatti la sera del secondo giorno mi venì una vescica veramente brutta, che poi incominciò a sanguinare, rinominata da mia madre "la stigmate".
La volta che l'usai incominciai a sentire anche il bisogno di usare le cinture, non ricordo se già a quell'epoca fossero obbligatorie o meno, ma quando stavo davanti per strada le mettevo sempre, e mi veniva voglia di mettermele anche con il kadett.
C'erano, le usai, servirono, quando arrivai lungo alla curva "delle sterpaglie".
Schivai una balla di fieno mollando il freno, poi quando ormai avevo capito che ero inesorabilmente veramente troppo troppo lungo mi riattaccai ai freni, finendo con le ruote anteriori nel primo mezzo metro di un campo arato.
Dovetti chiamare mio nonno, che ridacchiando con il trattore mi tirò fuori, urlandomi "Va piaaan!" mentre ripartivo.
Questa lezione mi insegnò che frenata era piuttosto difficile, l'auto tendeva molto a bloccare davanti, facendomi imparare che finchè non si molla il freno ci si può scordare che l'auto cambi direzione, e che conviene magari frenare un pò prima ma fare la curva, e riuscire a dare gas, scoprii ben presto però che scalando dalla terza alla seconda si poteva aiutare l'auto a inserirsi, facendola scivolare dietro come facevano nei video di rally tanto amati.
Mio bisnonno, che ormai si muoveva poco, venne inizialmente a vedere compiaciuto io che guidavo piano piano cambiando le marce per tempo, frenando, imparando le traiettorie, poi qualche domenica piu tardi, mentre bruciava le sterpaglie, lo vidi farmi "il tifo" agitanto il forcone con la punta per aria, urlando frasi in dialetto anche a me difficilmente comprensibili che riguardavano la vigna e qualcosa che la poteva sradicare, anche lui invocando Anubi, che evidentemente qui da noi ha tanti seguaci.
Qualche volta mi girai, parecchie volte rimasi incastrato a 90° fra i filari della vigna, ogni tanto picchiai (piano) e un paio di alberelli ebbero la peggio contro il muso della Kadett, che ricevette un paio di cicartici.
Fino a quel momento grossi danni non ne avevo mai fatti, ero un ragazzo coscienzioso, appassionato e rispettoso fino ai 14, dopo non so cosa sia successo, non se lo spiegano nemmeno i miei.
:D
Venne l'inverno, la Kadett venne messa a riposo fino alla primavera successiva a parte qualche sporadica domenica in cui ho chiesto espressamente a mio nonno di portarmi in campagna, perchè altrimenti, non potendo lavorare la terra, non ci sarebbe andato per conto suo.
Venne la primavera successiva, e durante l'inverno la mia passione per le auto non era scemata, anzi, stava incubando per raggiungere il suo stadio successivo, quello per le modifiche!
In primavera mio nonno ricominciò a portarmi in campagna, e con me venne anche Ivan, il solito compagno di scorribande.
A casa avevo l'abitudine di smontare, cartavetrare e riverniciare a bomboletta qualsiasi cosa: Modellini statici e radiocomandati, biciclette mie e di amici, ma mai avevo lavorato su un auto!
Cosa poteva stare bene su una Opel Kadett rosso sbiadito, ormai arancione?
Arancione? Come il Generale Lee? Detto fatto, andammo con bomboletta blu, bianca e argento, facemmo un bello "01" sulle portiere, contorno argento e interno blu, e la bandiera confederata (o almeno... una roba simile) sul tetto, il risultato non era male, ma per due 13 enni muniti solo di carta gommata, giornali era fin troppo professionale.
lo stesso giorno, sempre con bomboletta blu e carta gommata, feci la mia prima modifica tecnica:
Il "taglietto" sul volante per capire quando è dritto.
La modifica fu estremamente semplice, la feci a fine giornata in modo che avesse tempo di asciugare.
Il volante in vinile aveva una piccola crepa proprio nel mezzo, in cima, presi lo scotch, delimitai una zona da 2cm da verniciare, grattai un pò con la carta vetrata e diedi una bella mano spessa di blu acceso, che andasse anche a riempire la crepa.
Una modifica sostanziale insomma.
:D

Episodio 2 e 1/2
Le Modifiche

Una domenica tornai in campagna e trovai delle novità... sulla mia Kadett era apparsa un antenna, una radio ed erano sparite le chiavi!
Mio cugino era passato in settimana ed aveva usato la Kadett (nessun problema su questo, da quando cominciai ad usarla io anche lui incomincio, anche perchè piu vicino alla patente di me, una volta lo tirai anche fuori dal fosso con il trattore, non se ne accorse nessuno), aveva installato un vecchio autoradio con antenna e forato il passaruota anteriore per montarlo.
Andai in casa e chiesi a mia nonna le chiavi, me le diede, entrammo nella kadett e provammo subito la radio.
Non prendeva una mazza, non si sentiva nulla, con la cassetta gracchiava da far paura... guidando non faceva altro che distrarmi dai giri motore, e non si sentiva nulla, era comoda solo per mangiare il gelato seduti nel baule... ma la radio c'era anche in casa!
Quel giorno, io e Ivan prendemmo la situazione in mano, e invece di girare tutto il pomeriggio con la Kadett finimmo l'opera cominciata da mio cugino nel goffo tentativo di installare una radio e le casse.
La svuotammo a lamiera viva.
Via la Radio, via il portaoggetti, via i sedili dietro, via il pannello fonoassorbente del baule, via il pannello di legno, via il pannello baule, via il rivestimento della scocca, via tutto quel che si poteva estirpare senza lasciare organi meccanici a vista, sembrava una macchina da rally... con volante e sedili sbagliati e senza il rollbar.
A fine giornata avevamo così tanta roba sparsa per il garage che sembrava fossero passati gli zingari, rimontammo quel che ci interessava alla meno peggio e andammo per un giro di prova.
Per buona parte sarà stato sicuramente l'effetto placebo, ma l'auto in seconda prendeva meglio i giri, faceva piu rumore, andava piu di traverso, ci guardammo e scoppiammo a ridere.
Prima di tornare, dopo cena, dopo meritata doccia con tanto di pasta lavamani per togliere la morchia ormai arrivata fino ai gomiti, consegnammo sogghignando le chiavi a mia nonna, immaginando la facia di mio cugino qualche tempo piu tardi.
Non vidi mio cugino per quasi un mese, ma la Kadett rimase così come l'avevamo fatta.
Quando ci vedemmo la reazione di mio cugino fu inaspettata, "****o ma sembra un auto da rally!, figata, ma avete fatto da soli?" "ah figata... sai che difficile smontare della roba e non rimontarla" il cugino apprezzava, meglio non mostrare troppo il lato morbido però, si sa mai che gli passassero per la testa altre idee tamarre come la radio.
Quell'estate facemmo partire anche la 500, con la quale facemmo grasse risate, visto che si riusciva a tagliare anche attraverso i filari della vigna, e sporadicamene usammo anche la Rekord, "potente" rispetto alla kadett, comoda per la presenza del servosterzo ma inutile in mezzo alle vigne, troppo grande, troppa coppia, troppa gomma.
Ci furono giorni in cui c'erano tutte e 3 le macchine in giro per la vigna, dovemmo darci una regolamentata nel senso di decidere la mattina quale sarebbe stato il percorso quel giorno, quali le curve e la direzione, oltre che legare il Pastore Tedesco per preservarne l'integrità.
Fummo molto maturi in quel senso, ripensandoci me ne meraviglio, due 14 e un 17 enne che si improvvisano organizzatori di pista nonchè responsabili sicurezza.
Finchè un giorno, io ero sulla 500, mio cugino sulla Rekord e Ivan sulla Kadett, vidi nell'unico punto in cui due tratti di percorso non si incrociavano ma passavano vicini, Ivan che mi tagliava la strada, saltando il fosso in volo, atterrando nel prato del vicino... ah ma allora certe cose non succedono solo ad Hazzard!
Era saltata la pompa dei freni, mio nonno ne cercò nua dal demolitore e ce la riparò.
Il rally negli anni '90 era la mia passione, le gare con le turismo in pista erano poco pubblicizzate, la F1 già abbastanza noiosa da vedere, andavano di moda le Escort Cosworth, le Deltone, le Clio Williams e così via, io le adoravo, con quell'aria da utilitaria pompata di steroidi, e la livrea "Generale Lee" incominciava a non piacermi piu.
Avevo sempre visto le Opel correre in livrea bianco-gialla, le Kadett GT/E ufficiali di Conrero, già obsolete ma dalla guida sempre spettacolare, sorelle maggiori del mio catafalco rugginolento di 1000cc.
Arrivarono anche per me i 14 anni, convinsi mio padre a comprarmi un motino da cross 50cc (un Beta arancione fluo, in onore al Beta che accartocciai sulla zolla di terra) perchè gli scooter era roba da fighetti, e a me piaceva andare per prati, fu un bellissimo motorino, faceva un casino infernale e finchè aveva i fermi era piantato marcio, tolti i fermi andava ben piu forte di uno scooter in accelerazione, perdeva qualche km in allungo, grazie ai rapporti corti, riuscivo comunque a stare al passo con i miei amici con i suoi 85kmh.
Anche Ivan compì 14 anni e gli comprarono un Phantom, che andava molto di moda a quell'epoca. Ivan finite le medie incominciò direttamente a lavorare come carrozziere, l'aveva già fatto come aiutante in alcuni giorni d'estate, e a fine di quell'estate prendemmo la decisione definitiva: La facciamo ufficiale.
Comprammo il necessario, altro lo trafugammo in carrozzeria, pistola cel'avevamo, carta vetrata, carta gommata, un bel pò di quotidiani, 2kg di fondo, 2kg di bianco, 1kg di giallo, quell'estate anche io lavorai qualche giorno e misi via due lire, che mi sputtanai immediatamente con 4 paraspruzzi bianchi da mettere sul kadett, un carburatore Dell'Orto 17,5 un paramanubrio viola per la Beta e delle manopole, sempre viola, della Pro-Grip.
Andare in campagna per conto nostro, in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora era un evoluzione inimmaginabile nel tempo che potevamo passare guidando o preparando la Kadett, ma scoprimmo poco piu tardi che invece non sarebbe stato così per sempre...

-mauri-
29-10-2010, 18:49
Diemnticavo... in occasione della riverniciatura in livrea giallo-bianca togliemmo anche definitivamente i paraurti, montammo i paraspruzzi e segammo via il terminale di scarico.

Alla prossima puntata, scappo a lavorare!
:D

pizzodrift
29-10-2010, 19:07
:p Cavolo mauri che fortuna avere spazio e mezzi a disposizione per scasinare,avrei dato non so cosa per avere una cosa del genere a quell'età :(

MrAsp
29-10-2010, 20:45
Questa discussione migliora giorno dopo giorno!:ok:

Slingshot
29-10-2010, 23:36
Bel racconto Mauri! E bella storia! Certo che l'hai presa alla larga... vai, vai, racconta! :ok::D:D

utente disattivato 10
29-10-2010, 23:44
col mauri sono praticamente coetaneo, hai realizzato i miei sogni da infante. io a 14 ho scelto il phantom però :D
e cel'ho ancora preparato, funzionante in garage :D:D:D

ragno nero
30-10-2010, 00:59
Letto tutto d'un fiato, senza parole. :ok:

-mauri-
30-10-2010, 17:29
L'ho presa alla larga perchè non ho incominciato con i kart, quindi differentemente non avevo modo di raccontarvi il mio background motoristico.
;)

Capitolo 3: il limbo

L'estate dei miei 15 anni fu il clou della guida in campagna, le tecniche erano ancora rudimentali ma già si guidava forte per le condizioni in cui si era, si andava con i guanti della Sparco, un paio di volte quando ero particolarmente agguerrito anche con il casco da cross, si passava dal podere alle carreggiate costeggianti l'argine del vicino fiumiciattolo, con nuove curve, nuove velocità visto che si andava anche di terza piena e di quarta, nuovi salti, curve con un salto in mezzo (le adoravo gia) e anche nuovi consumi, dovemmo cercare 4 gomme nuove in quanto ormai quando faceva due gocce la Kadett sull'erba non si muoveva piu.
Diciamo che ormai avevo "in mano la macchina", non ero ancora completamente a conoscenza di cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato fare non avendo ricevuto insegnamenti sulla guida sportiva da nessuno, ma riuscivo a mandare l'auto dove volevo io, nel modo giusto o sbagliato che fosse, il mio compagno di scorribande invece era rimasto un pò indietro, gli era mancato lo spunto per fare quel "salto" e passare da fare la sbandatina in uscita di curva a tirare la seconda finchè il motore aveva fiato, buttare la terza, mandare l'auto di traverso verso sinistra prima della curva della balla di fieno, ributtare la seconda, mollare la frizione e modularne lo stacco per tenere l'auto di traverso, passare al freno, arrivare in curva già puntando l'uscita e incominciare a dare gas, cercando di beccare i canali che ormai si erano creati dai nostri passaggi per uscirne nel modo piu veloce possibile.
Una volta provai ad usare il cronometro dell orologio Casio che avevo ai tempi, ma mi accorsi presto che combattere contro me stesso dopo un pò era noioso e direttamente collegato solo a quanto volevo rischiare di buttare giu un vigneto, o peggio di attorcigliare la Kadett intorno a un noce.
Quando con la compagnia si andava a girare con i go-kart a noleggio, facendo una carovana anche da 20 motorini, nelle prime posizioni in griglia ormai c'eravamo sempre io e Ivan, lui se la giocava sul fatto che pesava si e no 50kg, quindi anche senza fare traiettorie perfette ma sapendo comunque da che parte girare il volante andava disgraziatamente forte, io me la giocavo studiando tutti i modi per fare stare in strada il kart con sopra i miei 90 kili buoni, ero un ottima forchetta anche da ragazzino, troppo. Una volta vinceva lui, una volta vincevo io, una volta vinceva lui e lo sparavo in ghiaia all'ultimo giro, non sapendo piu come fare a passarlo. Bei tempi.
Con il passare dei mesi e degli anni le escursioni verso Nonantola (paesotto fra Modena e Bologna, dove aveva il podere mio nonno) diventavano sempre meno frequenti, si passava piu tempo in compagnia, si incominciava a uscire il sabato sera e tornare tardi, si incominciava a far piu caso alle ragazzine e si spendeva il tempo e la passione motoristica nel garage di casa a pistolare sui motorini, magari il sabato si saliva in gruppi da 5 / 6 / 10 scooter la Via Giardini fino a Serramazzoni e si veniva giu ingarellati come cani, con le moto vere che ci passavano esterne a gomito a terra. Un giorno poi la Kadett si ruppe, si ingolfò, non andava piu in moto e perse completamente d'interesse, non senza versare una malinconica lacrimuccia da parte mia, ma a quell' età, si sa, le emozioni sono così tante e variegate che si fa presto a dimenticarsi di qualcosa, anche fosse la propria prima auto, vera e propria maestra di guida.
La Kadett era ormai rotta, non frenava quasi piu, aveva bisogno di manutenzioni che ne io ne mio nonno eravamo capaci di fare, io avevo cambiato compagnia spostandomi dalla mia zona e mi ero appassionato al motocross, la moto cel'avevo, bastava aggiungere qualche cavallo e togliersi un pò la paura di staccare le ruote da terra.
Passai due anni senza guidare regolarmente un auto, mi capitò di provare "abusivamente" auto di amici piu grandi, andammo molto spesso sui kart a noleggio in un paio di piste qui in zona, con i piu "matti" anche aspettando appositamente che piovesse d'estate per partire da casa e girare sul bagnato, i capitò di trovarmi a Nonantola e farmi una "sessione" nella vigna con la 309 turbodiesel di mia madre, scoprendo che una trazione anteriore poi non è così noiosa se si ha il freno a mano che funziona, ma la maggior parte del mio tempo fu dedicato alla "vita sociale" e alle moto, il beta 50 diventato magicamente 80 e il CR250 2 tempi lasciatomi in "comodato d'uso" da mio zio, trasferitosi a Varese. La pista da cross era a 5 km da casa mia, quasi tutta fattibile offroad, non sto nemmeno a dirvi che non si usava furgone o carrello per andare la, nonostante fossi abbondantemente fuori età per usarla e il CR non fosse nemmeno targato, mi inseguirono anche i vigili un paio di volte con le loro Guzzi ma... che ve lo dico a fare...
:D

-mauri-
30-10-2010, 18:10
Capitolo 4: La Guida

Arrivarono i fatidici 18 anni, ormai erano già un paio di mesi che mi studiavo i quiz della patente, stupidi, quasi completamente inutili per quel che riguarda la sicurezza stradale effettiva ma NECESSARI per avere la malefica schedina plastificata e poter finalmente GUIDARE in ogni dove, muovermi in inverno senza prendere pioggia gelo neve ghiaccio nebbia e per caricare le monelle, che ormai erano per me una ragione di vita, ero un ormone che camminava come è giusto che sia per un 17 enne tendente ai 18.
Con il foglio rosa incominciai a guidare, la scuola guida mi fece un preventivo per 15 guide con il loro istruttore, ne feci una, ne feci due, decidemmo con l'istruttore che 10 bastavano, decisi da solo che 5 erano fin troppe.
Guidavo la sera con mia madre, mio padre non ne voleva sapere, mia madre era molto piu paziente.
Usavamo una volta la Twingo, una volta la 309, una volta la Tempra... sulla Tempra c'è un capitolo a parte... mio nonno materno fino a 10 anni prima aveva una bellissima Fiat 131 Racing 2 porte, color testa di moro con i codolini arancione, non so se fosse nata così o stata fatta, l'aveva comprata usata.
Tornò quando io avevo 10 anni e la cambiò con una Fiat 132 2000 iniezione.
Tornò quando io avevo 15 anni e la cambiò con la Tempra 1800 8v che fu poi la mia compagna di scorribande poco piu tardi.
Venni poi a scoprire piu avanti nel tempo che mio padre sul bagnato ci si era girato un paio di volte, sia con la 131 che con la 132, quindi credo fece pressione per mettere in cortile qualcosa di piu sicuro, in previsione della mia patente... mannaggia.
Fatto sta che la Tempra era la mia preferita per le guide, il motore coppioso, il rumore gradevole, lo sterzo decente se confrontato con quelli non servoassistiti di Twingo e 309, mi davano gusto ad usarla.
Una sera, guidando nei quartieri industriali di Modena, sia in modalità "allenamento per tutti i giorni" che in modalità "allenamento per l'esame", vidi che un piazzalone era appena stato asfaltato, con tutto quel bel strato di sabbia sopra.
Mia madre mi guardò con la faccia che fanno quelli che hanno paura delle montagne russe ma ci salgono comunque, quando arrivano alla prima discesa, era già stata alcune volte sul Kadett con me a Nonantola.
Io la guardai e senza dire niente scoppiai a ridere, stavo già per tornarmene a casa quando poco convinta mi disse "dai... vai", feci un paio di freno a mano con ripartenza al volo e poi me ne andai, avevo paura passasse la polizia.
Compii 18 anni, feci le ultime tre guide con l'istruttore della scuola guida Richeldi al mio fianco per esser sicuri di passare l'esame, e anche li non vi dico la frustrazione nel "castrarmi" al volante, con tutte le regole, regoline e regolette da automa, che non avevo MAI e dico MAI visto rispettare ai miei, se non quelle BASE e LOGICHE per non farsi male... tipo fermarsi al rosso, non andare contromano, mettere la cintura ed evitare altre auto, bici, moto, pedoni.
L'esame fu difficilissimo... l'esaminatore, arrivato appositamente da Roma per fare tutti gli esaminandi della giornata, quando fu il mio turno si mise a leggere un quotidiano sul seidle dietro, tentendolo di fronte alla faccia e occludendomi parzialmente la visuale del retrovisore centrale.
Io subito pensai "questo è un tranello! cel'hanno detto di questi scherzi che ogni tanto gli esaminatori piu stronzi fanno, se non gli dico niente mi sega!", e gli dissi "mi scusi, potrebbe chiudere il giornale?"
Mi rispose un pò scocciato, meravigliato ma con tono bonario "ah scusa, non c'è probblema, te va bene se o leggo sulle ginocchia?"
Non so quanto vide della mia guida, ma fui promosso, estremamente piu facile di quel che pensavo.
Per prendere la patente mi concentrai tanto che quell'anno (piu tardi) fui anche bocciato a scuola (onestamente non era la prima volta), ma a 18 anni, 1 mese e 3 giorni avevo la mia patente in tasca, ed avevo ereditato di diritto una bellissima Renault Twingo 1.2 60cv, aste e bilanceri, senza servosterzo ma con aria condizionata.
Blu metallizzato (una Wiliams c.azzo!) con l'interno blu a fiorelloni (... no, non Williams ma Kenzo, la versione gay).
La prima sera in cui avevo la patente, non chiamai nessuno come invece magari ci si sarebbe aspettato da un 18enne euforico, ma riscoprii, in forma ridotta, le emozioni che provai la prima volta che misi in moto il Kadett.
Ero da solo, con un auto, su un campo di gioco infinito, in cui le uniche regole erano non farmi male, non piegare la macchina e non farmi ritirare la patente.
Incominciò a piovere.
Partii da casa, raggiunsi un quartiere industriale a qualche km di distanza, perchè nessuno che mi conosceva mi vedesse, incominciai a guidare allegro...
Seconda, terza, scalata in seconda, la mia prima curva allegra su asfalto bagnato, colpetto di freno a mano come avevo imparato a fare con la 309 in campagna, controsterzo lento da bradipo... e mi son girato.
MINCHIA esclamai ridendo.
:D
Le reazioni di un auto a passo corto con delle gomme VERE, su asfalto VERO, anche se bagnato, erano molto piu veloci che quelle di un Kadett sull'erba, 309 sull'erba o Tempra sulla sabbia.
E al tempo stesso erano diverse da quelle del kart... tornai a casa e ne scaturì un lungo e neubuloso pensare su trasferiementi di carico, modo in cui girare il volante, molle, sospensioni e fritto misto di idee buttate a caso.
La scuola era finita, incominciai a lavorare da mio padre in estate, mi bocciarono ma lo sapevamo già, ormai era chiaro che l'indirizzo che avevo preso era sbagliato e andava cambiato l'anno successivo,pian piano uscendo tutte le sere ci presi la mano con la guida su asfalto, scoprendola divertente ma ben piu pericolosa di quella su erba / terra / ghiaia, in due settimane le gomme anteriori della Twingo non avevano piu la spalla, le posteriori sembravano grattuggiate come una mezza forma di Grana Padano da tavola.
Mio padre una sera di inizio agosto tornò da lavoro e ci mettemmo tutti e 3 a cena.
Mi disse, girandoci un pò in torno, "maaa... ti piacerebbe provare a girare in pista con le macchine?" risposi "hmmm boh, non ho mai provato, a me piace il rally", tagliò corto dicendo "ascolta, che fai il pirla per strada lo so... mi hai cremato le gomme alla Twingo in un mese... ti va se ti regalo un corso di guida?" Trattenni l'emozione, non avevo un rapporto serenissimo con mio padre in quel periodo, come penso sia quasi normale per i teenager, dissi semplicemente "si" ma avevo gli occhi lucidi.
Il corso era fissato per il 10 Settembre 2001, vicino a Perugia, da sto personaggio con un nome strano, Morrof, Murdock... Morrogh.
Non so onestamente se volesse regalarmi un corso di guida sicura e fosse arrivato lungo trovando posto solo da Morrogh, o se aveva intuito qualcosa vedendomi girare in kart nelle garette che organizzava per i suoi clienti meccanici nei kartodromi a noleggio all'aperto o indoor, a volte anche all'estero quando si facevano viaggi di lavoro con visite alle fabbriche legate a promozioni sui ricambi, nelle quali regolarmente mettevo in fila tutti, giocandomela con quei 4 / 5 che avevano corso seriemante in kart e in auto da giovani.

Da qui in poi inizia la parte interessante.
:D

sankunen
30-10-2010, 20:23
Belle set storie ragazzi!!

Mich
31-10-2010, 16:01
fatto nuovo argomento ;)

M5power
31-10-2010, 19:05
:ok:
fatto nuovo argomento ;)

Slingshot
31-10-2010, 21:08
Bravo Mauri, ti avran seccato a scuola :D:D ma a scrivere te la cavi bene, e' molto coinvolgente il tuo racconto!


L'ho presa alla larga perchè non ho incominciato con i kart, quindi differentemente non avevo modo di raccontarvi il mio background motoristico.
;)


:) :ok:

nic65
31-10-2010, 23:26
quoto..ottimo scritto,piacevole divertente e scorrevole:ok:...aspetto nuove puntate..

Utente disattivato 2
01-11-2010, 15:04
Grande Mauri!!!
aspettiamo il seguito...

riccardo
01-11-2010, 16:01
Bella storia, attendo con trepidazione il seguito:ok:

pizzodrift
02-11-2010, 16:13
Cavolo,tante cose sul prendere la patente e le prime guide da solo (compresa la pioggia e disintegrare le gomme subito :D) le ho vissute molto simili (ma forse un pò tutti),anche il cross :ok:

Pocopigi
02-11-2010, 23:05
Davvero coinvolgente, certe avventure mi ricordano esperienze di vita vissuta, ma sicuramente andando avanti con la storia le cose cambiano.
Fino alla patente tanti di noi hanno vissuto esperienze simili, sicuramente condizionate dagli anni in cui siamo cresciuti, ma in fondo la voglia di guidare ci accomuna un po' tutti.:)

Attendo i prossimi episodi...:D

Mich
06-11-2010, 20:57
Mauri, per Anubi vai al capitolo successivo! :ok:

http://animationtrip.files.wordpress.com/2008/08/anubis2.jpg

-mauri-
08-11-2010, 12:55
Arrivo, sono appena uscito da una settimana di fuoco, e anche questa corrente avrà belle braci.
;)

Slingshot
18-01-2011, 09:33
Arrivo, sono appena uscito da una settimana di fuoco, e anche questa corrente avrà belle braci.
;)


...dai su Mauri, siamo curiosi di continuare.... :):)

-mauri-
18-01-2011, 14:13
Devo aver modo di sedermi un paio d'ore di fila per il capitolo sulla F.Ford, nel frattempo ho raccolto anche un video dell'epoca, convertito da videocassetta a file video come regalo di natale da parte dei miei.
;)

patone86
07-03-2011, 21:38
mauri, allora?

dai che ci stavo prendendo gusto a leggere.


intanto grazie!